Body painting – D’Eramo Umberto


D’Eramo Dott. Umberto
 – Nato a Roma nel 1954, vive e lavora da libero professionista a Sulmona. Docente a contratto presso le università Sapienza Università di Roma – facoltà di medicina -Dip. Neurologia, e di Palermo. Ricercatore scientifico, specialista in biometria digitalizzata ed analisi del movimento. Fotoamatore dal 1974. Partecipa da anni a numerosi concorsi con discreto successo, e ad altrettante mostre in Italia e all’estero.

LA PITTURA DEL CORPO O PITTURA CORPORALE

É una delle arti che coinvolge il corpo umano, consiste nel dipingerlo a scopo ornamentale. Anticamente rispondeva a funzioni religiose, propiziatorie protettive, secondo alcuni autori, il colore teneva lontano gli insetti e formava uno strato protettivo contro le intemperie. I colori con cui è eseguita, a differenza de  tatuaggi, hanno durata limtata, il tempo varia da qualche ora a qualche giorno, è spesso associata ad altre forme d’arte, tra cui la fotografia, che permette di conservare la creazione dell’artista.

Quest’arte affonda le radici nelle usanze di popoli tribali. La mancanza di dati certi, tuttavia, non rende possibile fissarne con certezza una data d’inizio. Il fatto che la pittura corporale interessasse precipuamente le zone del corpo più esposte, lascia credere che essa abbia avuto molta importanza presso le popolazioni che solevano girare nude. Il più antico popolo che ha fatto uso della pittura corporale è quello degli aborigeni australiani. Le pitture rupestri trovate nell’altopiano Tassili e risalenti all’800 a.C. mostrano come gli uomini fossero segnati sul corpo da pitture e cicatrici. Gli Egizi ricorrevano alla pittura del corpo sia per i defunti che per i vivi. I nativi nordamericani devono il nome che gli europei affibbiarono loco e cioè Pelli Rosse, proprio per il largo uso della pittura corporale.

I colori erano di origine minerale: ocra, creta e gesso; o vegetale come i succhi di foglie e steli, semi e frutti delle piante. I pigmenti erano applicati sul corpo usando le dita, pennelli, stampini in legno o terracotta chiamati pintaderas.

Nelle culture primitive a ogni colore corrispondeva un valore:

– Il rosso  rappresentazione del coraggio, calore e passione;

– Il nero per rappresentare il mistero, il buio e la notte;

– Il bianco per rappresentare la purezza;

– Il blu, il colore del cielo, dei mari e dei fiumi, per rappresentare la calma e la tranquillità;

– Il viola per la superiorità;

– Il giallo per l’intelligenza e la speranza;

– Il grigio il colore della barba degli anziani, per rappresentare la saggezza, la dignità e la conoscenza;

L’origine del moderno “body painting” risale al 1933 allorquando Max Factor, dopo aver truccato interamente la sua modella con un nuovo cosmetico, la espose alla Fiera Mondiale di Chicago. Furono arrestati entrambi per disturbo alla quiete pubblica. Questo sembra essere stato il primo esperimento di pittura del corpo in chiave moderna.


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