QUISQUILIE – Incuriosisce ed affascina, apre nuovi orizzonti ma anche varchi nella memoria per trovare le immagini che, come fotogrammi, sono raccolte dentro il nostro bagaglio iconografico. È l’obiettivo di Franco Alloro nella mostra che provoca il “bello” che la storia personale di ognuno ha saputo raccogliere nel tempo. Immagini quotidiane ma ritratte dal suo instancabile obiettivo. Un fiore colto allo sbocciare, ma anche il freddo faro di una macchina che Franco – dall’alto della sua esperienza fotografica – trasforma in un caleidoscopio di colori.
Un pavimento Liberty dagli accesi colori marrone/nero che rimanda nelle trame ad un ricamo, un piatto in ceramica, un telecomando ed una Settimana Enigmistica fusi dentro un unico fotogramma. Una banana adagiata nel porta frutta che, grazie alla macro fotografia, si fonde come un perfetto incastro con il vassoio. E poi ancora l’intreccio in vimini che scava nella tradizione ma illumina le agili mani degli uomini che grazie alla sapienza del fare hanno superato il tempo.
Ci sono anche i manifesti pubblicitari ripetuti, uno accanto all’altro, che si fondono nel gioco dell’elaborazione al PC. Franco quindi racconta il quotidiano e lo esalta, ripropone tutto ciò che la presbiopia iconografica non ci fa cogliere. Talvolta, il particolare ad una scala che non è possibile identificare lasciando alla libera immaginazione di ognuno la sua interpretazione come la trama di un tessuto che può diventare la viscida pelle di un serpente.
Così le “Quisquilie”, cose di poco conto, diventano oggetti da attenzionare poiché raggiunge parti inquietanti, rivaluta e rivisita oggetti di uso quotidiano ma anche oggetti del quotidiano che l’occhio comune non coglie perché violentato più volte da messaggi iconografici presbici.
Cacioppo Arch. Giusppe
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