Le opere di Franco Alloro in mostra itinerante a partire da Sambuca di Sicilia – Il fotografo è l’artista del tempo. Egli, guidato dall’istinto umano e quindi dai sensi che in quell’attimo lo colpiscono, incide per sempre sulla pellicola un’immagine un particolare momento della vita. Basta un click per far nascere un ricordo, delle immagini davanti alle quali ognuno di noi reagisce scatenando in se sentimenti di bellezza, di affetto, di passione, di rabbia e dolore.
Ma quando la fotografia diventa arte? La fotografia lascia il campo tipicamente descrittivo e figurativo per diventare arte quando la fantasia, la curiosità, il buon gusto dell’artista primeggiano nella scelta dell’oggetto (o nel particolare di esso) da fotografare. La fotografia artistica poi prende forma grazie all’applicazione delle diverse e sempre più elaborate tecniche.
Ogni opera artistica è strettamente legata a fattori personali dell’autore che le realizza. Carattere, stile e tecnica, manifestazione di pensiero, e quindi forza di attrazione comunicativa sugli altri, sono tutti elementi di natura personale ricavabili contenuti in un’opera. Lo studio di un opera, così, diventa anche lo studio dell’autore che l’ha realizzata. Il critico, pur non volendo deve conoscere l’ “essenza” dell’artista, se mira ad ottenere una corretta e dettagliata descrizione dell’opera presa in esame. Il critico fotografico, come critico d’arte, studia la fotografia approfondendo la personalità dell’uomo che sta dietro l’obiettivo. Perciò è meglio “essere critici”, senza quindi trascurare alcuni elementi individuali dell’artista che vi sto per presentare.
Francesco Alloro, Franco per gli amici, è una persona che conosco da tempo. Tipo irruento, poco riflessivo, specie quando “gli istinti lo trascinano”. Perché così è, che lui stesso, schiettamente si definisce. Anche se, aggiungo, la sua ostilità all’arroganza della gente, all’ingiustizia e la sua voglia di vivere in pace, in un mondo più pulito, fanno di lui una persona valida e interessante. Franco è una persona che ama le tradizioni, quelle vere, quelle che mettono in risalto la cultura e la vita di un popolo. Una Kodak Retina S2 (con focale fissa, obiettivo da 35 mm Zeiss – tiene a precisare Franco), acquistata a Stuttgart in Germania, è stata la macchinetta con la quale ha iniziato a mettere in pratica la sua passione per la fotografia. Da studente gli amici lo chiamavano scherzosamente “il fotografo della compagnia” per via della sua affabile disponibilità e prontezza ad immortalare episodi di quotidiana fanciullezza, memorabili momenti di vita.
I suoi primi scatti incorniciano i paesaggi della Sicilia rurale. La fotografia paesaggistica di Alloro mette in risalto quelle che sono le bellezze e le particolarità della natura siciliana. Gli appezzamenti di terreno segnati dal solco dell’aratro, i colori delle diverse colture che tappezzano le vallate e segnano i confini tra un campo e un altro. “La paesaggistica – tiene a sottolineare – si completa con la messa a fuoco dei punti all’orizzonte”. Sfogliando l’album di Franco Alloro non è difficile incontrare immagini di tetti e di canali delle vecchie case sambucesi. L’occhio dell’artista le sceglie per la loro particolare forma geometrica che da la possibilità di ottenere dettagli ancor più soddisfacenti.
Accanto alla fotografia paesaggistica Franco Alloro approfondisce lo studio di immagini utilizzando la c.d. tecnica del particolare secondo la quale la foto si sviluppa a partire da un punto dell’oggetto fotografato. L’immagine così viene ridotta appositamente dall’artista sulla parte interessata lasciando fuori il resto. Dall’uso di questa tecnica, applicata per realizzare molte delle sue opere, nasce una nuova immagine più dettagliata in cui il fotografo mette in risalto quelle che sono le particolarità dell’oggetto fotografato. In altri termini l’oggetto fotografato, che in un contesto ampio non assume nessun rilievo, diventa l’elemento principale attorno al quale prende forma l’intera immagine.
L’arte fotografica di Alloro è anche spontaneità. “Non c’è fotografia più bella di quella scattata spontaneamente, all’improvviso poiché mette a fuoco tutta la naturalezza di chi viene fotografato”. La fotografia spontanea ferma così un momento di vita in assoluta naturalezza, privo di sollecitazioni e costrizioni che ne alterano il libero impulso.
La fotografia di Alloro la si può definire una fotografia a colori, poiché è tutt’altro che rara la presenza nelle sue opere di colori forti e intensi. Basti guardare alle trasparenze per averne la conferma. La ricerca di immagini dal colore intenso e vigoroso costituisce quindi per la sua fotografia un’importante nota distintiva o che ne marca lo stile. Il mio mondo è un mondo a colori e non riesco a immaginarlo in bianco e nero. In ragione a ciò si spiega sostanzialmente il suo perentorio distacco dalla lavorazione di immagini in bianco e nero.
L’artista sambucese aggiunge all’arte la passione per la ricerca e la sperimentazione di tecniche innovative. Vedere è credere, sulla base di questo principio Franco Alloro ha costruito la sua arte fotografica. Inoltre, nel suo piccolo si concede una teoria che considera la luce una componente fondamentale per impressionare la pellicola, la protagonista assoluta. É la luce che rende visibile l’invisibile. Più propriamente la luce è sinonimo di vedere. Il vedere rappresenta il ponte più importante tra il mondo reale e quello virtuale. É questa la teoria sulla quale si sviluppa la tecnica della foto in trasparenza che – come dice l’ing. Giacomo Maniscalco socio UIF (Unione Italiana Fotoamatori) – “attraverso l’uso di prismi ottici (vetri di murano, membrane trasparenti ecc.) riesce a scomporre la luce proveniente da una fonte diretta e ricomporre un’immagine astratta sulla pellicola”.
Il 4 gennaio è stata inaugurata a Sambuca la mostra itinerante TRASPARENZE E… patrocinata dalla UIF, dal Comune di Sambuca di Sicilia e da Valledelbelice.net. Le opere di Alloro sono state ospitate i locali del Circolo Civiltà Mediterranea di Sambuca. All’inaugurazione della mostra erano presenti il segretario UIF della provincia di Trapani Vincenzo Agate, il Vice Sindaco di Sambuca Vincenzo Bono, il Presidente del Circolo dott. Martino Abruzzo. La mostra è stata chiusa l’11 gennaio in presenza del segretario della provincia di Palermo Nino Giordano e del consigliere nazionale della UIF Nino Bellia. Le opere sono state poi trasferite nella Chiesa di San Giovanni (XIX sec.) a Menfi per una nuova esposizione. La mostra menfitana si è distinta per la consistente partecipazione della gente e per la pronta disponibilità dell’amministrazione nel reperire i locali e in tutti gli altri accorgimenti necessari per la buona riuscita della mostra. Anche a Menfi non è mancata la presenza della UIF rappresentata per l’occasione dal Segretario regionale Nino Giordano e dai soci Francesco Grassadonia, Maria Pia Coniglio e Dino Pizzolato. Attualmente e per l’intero mese di marzo, le opere sono in mostra a Reggio Calabria. L’agenda del nostro fotografo segna per i prossimi mesi San Vincenzo (LI), Giuliana (PA) e Partinico (PA) come prossime tappe.
Le aspettative per Franco Alloro e per la sua fotografia si presentano positive e del resto per una persona così appassionata della fotografia, pronto e attento a seguire le nuove tecniche non può essere altrimenti. Rispetto ai suoi colleghi si definisce un “avanguardista” della fotografia, un vero anticipatore di quelle che sono state le tecniche che hanno rivoluzionato la fotografia artistica.
Io non sono un critico d’arte, né tanto meno un bravo conoscitore della fotografia e delle tecniche che le fanno da cornice. La sola curiosità è stata la forza motrice che mi ha spinto ad approfondire la conoscenza di un “comune compaesano” con una “comune passione”, quella per la fotografia, che dalla soddisfazione per le piccole cose ben riuscite trova la determinazione per andare avanti nei progetti e nella vita.
Perla Prof. Francesco
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