LA CERTOSA DI SAN MARTINO – Nel 1325 sulla sommità del colle di Sant’Erasmo, Carlo d’Angiò duca di Calabria, primogenito di Roberto d’Angiò, fece erigere il monastero dell’ordine dei certosini, il preferito della casa reale francese.
Il complesso venne dedicato a Martino di Tours, probabilmente per la presenza nel luogo di una cappella preesistente ed a lui dedicata. Dopo la Controriforma la certosa fu modificata secondo criteri più moderni, tant’è che alla fine del XVI secolo il complesso subì rimaneggiamenti ed ampliamenti in stile tardo-manierista e barocco. I lavori vennero affidati a Giovanni Antonio Dosio che fu di fatto il primo artefice di gran parte delle trasformazioni, occupandosi del nuovo assetto architetto.
Il Dosio si impegnò a ristrutturare il trecentesco chiostro grande, nel quale aggiunse altre celle per i monaci, che intanto stavano crescendo a dismisura, a costruire il chiostro dei Procuratori, ad ampliare la chiesa con le edificazioni delle cappelle laterali e degli ambienti laterali alla zona absidale, il coro e il parlatorio da un lato e il refettorio e la cappella del Tesoro Nuovo dall’altro. A questo periodo si devono le commissioni pittoriche che ne decorano le sale interne, affidate ad artisti quali il Cavalier d’Arpino.
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