Selinunte – era un’antica città greca sulla costa sud-occidentale della Sicilia; oggi costituisce il Parco archeologico più grande d’Europa. I ruderi della città si trovano sul territorio del comune di Castelvetrano, nella parte meridionale della provincia di Trapani. Nel sito archeologico, sull’acropoli vi sono alcuni templi insieme ad altre costruzioni secondarie, mentre altri templi si trovano su di una collina poco lontana.
Molti edifici si sono rovinati in seguito a sismi avvenuti in epoca medievale; tuttavia alcuni interventi di anastilosi hanno permesso di ricostruire quasi completamente il Tempio E (il cosiddetto tempio di Hera), e di rialzare in gran parte uno dei lati lunghi del Tempio C.
Le sculture trovate negli scavi di Selinunte si trovano soprattutto nel Museo Nazionale Archeologico di Palermo. Fa eccezione l’opera più famosa, l’Efebo di Selinunte, che oggi è esposto presso il Museo Civico di Castelvetrano. Selinunte chiamata dai greci “Selinùs”, deriva il suo nome da σέλινον (sélinon), il sedano che tuttora vi cresce selvatico, divenuto simbolo della monetazione della città. La città ebbe una vita breve (circa 240 anni). In questo periodo la sua popolazione crebbe fino a raggiungere i 100.000 abitanti.
Lo stato in cui si presenta oggi la città non è dovuto solo alla sua distruzione ad opera dei Cartaginesi, ma anche a terremoti, a secoli di incuria e di gravi spoliazioni.
Selinunte, sottofondazione di Megara Hyblea, fu fondata nel 650 a.C. (Diodoro Siculo) lungo la costa del Mar Mediterraneo, tra le due valli del Belice e del Modione, su di un luogo non interessato da precedenti insediamenti indigeni. Selinunte fondò a sua volta nel 570 a.C. Heraclea Minoa presso la foce del suo estremo confine meridionale, il fiume Plàtani. Raggiunse velocemente il suo massimo splendore nel VI e V sec. a.C.; la sua ricchezza era forse dovuta al dominio che esercitava su di un vasto territorio. Selinunte è la colonia greca più occidentale della Sicilia, a diretto contatto con l’area occupata dai Cartaginesi; tutta la sua storia è condizionata da questa posizione di confine, fino al dissolvimento del problema con la conquista romana della Sicilia.
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